Buio. Uno schiocco secco e un fascio di luce che si accende sul palco del Politeama Genovese. E Baccini che inizia a cantare Bang Bang di Sonny & Cher.
Ma non doveva cantare Tenco? Poi capisco, un modo garbato e originale per iniziare il concerto là dove Luigi ha finito la vita.
In quella camera d’ albergo a Sanremo, il 27 gennaio del 1967. Una suggestione non detta.
E anche l’ ultima canzone, bis esclusi, non è di Tenco: Preghiera in gennaio di Fabrizio De Andrè, scritta per lui anche se lo si è saputo solo molti anni dopo.
Inizio e fine, le uniche due volte in cui si citerà, indirettamente, l’ epilogo della vita di Luigi Tenco. Si è preferito ricordarlo vivo.
Vincendo qualche diffidenza e qualche pregiudizio di troppo che avevo, il concerto mi ha convinto. Bello e di qualità.
Oltre allo stesso Baccini, una piacevole sorpresa riscoprirlo pianista, gran parte del merito va ai musicisti sul palco. Straordinari, nessuno escluso.
Presentiamo, a seguire, la recensione di Andrea Podestà e due reportage fotografici, di Valeria Bissacco e Carolina Sabbatini: come due occhi, due sensibilità diverse possano vedere lo stesso evento.
Ma non doveva cantare Tenco? Poi capisco, un modo garbato e originale per iniziare il concerto là dove Luigi ha finito la vita.
In quella camera d’ albergo a Sanremo, il 27 gennaio del 1967. Una suggestione non detta.
E anche l’ ultima canzone, bis esclusi, non è di Tenco: Preghiera in gennaio di Fabrizio De Andrè, scritta per lui anche se lo si è saputo solo molti anni dopo.
Inizio e fine, le uniche due volte in cui si citerà, indirettamente, l’ epilogo della vita di Luigi Tenco. Si è preferito ricordarlo vivo.
Vincendo qualche diffidenza e qualche pregiudizio di troppo che avevo, il concerto mi ha convinto. Bello e di qualità.
Oltre allo stesso Baccini, una piacevole sorpresa riscoprirlo pianista, gran parte del merito va ai musicisti sul palco. Straordinari, nessuno escluso.
Presentiamo, a seguire, la recensione di Andrea Podestà e due reportage fotografici, di Valeria Bissacco e Carolina Sabbatini: come due occhi, due sensibilità diverse possano vedere lo stesso evento.
Video: Dietro le quinte