Bruno Bigoni: Il colore del vento |
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Un viaggio nel Mediterraneo sulle tracce di "Creuza de ma" [di Rita Celi, da Repubblica]
 UN VIAGGIO in mare seguendo la rotta di Crêuza de mä. Un progetto di Bruno Bigoni fatto di immagini e suoni, musica e storie, porti e città raccontati nel documentario Il colore del vento, attualmente in fase di lavorazione, che uscirà nelle sale tra qualche mese. Come il marinaio protagonista del disco di Fabrizio De André, il regista ha navigato e ha toccato diversi porti del Mediterraneo cercando di cogliere le diverse realtà attraverso figure incontrate sul posto. E sono racconti pieni di dolore, di fatica, di fughe e approdi in terre poco ospitali, lontane dalle guerre ma non per questo più comprensive. Bigoni, che ha già affrontato l'eredità del poeta genovese realizzando il documentario Faber e il volume Accordi eretici, ha avuto l'idea di questo nuovo e impegnativo progetto riascoltando Crêuza de mä riscoprendone la forza e l'attualità malgrado siano passati 25 anni dalla sua creazione. E non è il solo che sente di dover dire ancora qualcosa sul cantautore scomparso l'11 gennaio 1999. Come dimostrano i numerosi musicisti, artisti, studiosi e curiosi che a 11 anni dalla morte non smettono di proporre approfondimenti, scoperte, sguardi inediti o rivisitazioni della sua opera. L'autore non si è limitato ad affrontare la navigazione su un cargo, tornando più volte nei porti e nelle città, ma ha coinvolto nel progetto anche Mauro Pagani che, da autore del disco insieme a De André, ha contribuito alla stesura del soggetto e curerà la colonna sonora del documentario. Gli interventi parlati del cantautore genovese scandiscono le tappe del viaggio, diventando voce narrante e spina dorsale del film che non sarebbe mai nato senza il sostegno di Dori Ghezzi e della Fondazione Fabrizio De André che hanno concesso l'utilizzo dei materiali.
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Tourbook, dal 4 dicembre in libreria |
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 Da oggi 4 dicembre è nelle librerie Tourbook (ChiareLettere Editore). Curato da Elena Valdini , Tourbook ripercorre tutte le tournée di Fabrizio De André grazie a immagini mai viste, agli schizzi originali per l’allestimento dei palchi, ai giornali dell’epoca, ai pass, ai tourbook, ai manoscritti e ai documenti originali di ogni tour. Un racconto illustrato in cui spiccano le voci di coloro che palco dopo palco hanno collaborato con De André in oltre vent’anni di concerti: dai produttori (come Adele Di Palma, Bruno Sconocchia e Maurizio Salvadori) ai musicisti (da Mark Harris a Michele Ascolese, da Pier Michelatti a Giorgio D’Adamo); e ancora i tecnici del suono e delle luci, i supporter (come Eugenio Finardi nella prima tournée del 1975/‘76) e gli artisti circensi che sempre più De André ha voluto con sé sul palco durante le esibizioni degli anni Novanta. LEGGI LO SPECIALE TOURBOOK (Recensione e fotografie) |
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Franco Boggero: Lo so che non c' entra niente
 Storico d' arte, Franco Boggero esordisce con questo CD a 56 anni. E finisce subito al Premio Tenco. Gesti e cose quotidiane che diventano favole, talvolta quasi surreali. Tutto è piccolo. Sfumature. Un taglio di capelli, sfumature appunto, un appartamento nel centro storico, il mercato, un bimbo che cade, la facciata di un edificio, il bancomat. Di questo ci canta Franco Boggero. I brani di Franco Boggero partono dalla descrizione della realtà per poi giungere ad un punto di stasi in cui si aprono malinconie e piccole depressioni personali, riflessioni interiori sulla vita e l'esistenza. L'adesione a situazioni quotidiane coinvolge il linguaggio, che, anche quando non è un effettivo discorso diretto, risulta colloquiale perfino nella marcata cadenza genovese. Gli spunti sono ritratti e bozzetti, tra la periferia e la calma lentezza di un mondo inattuale. (M. Angiolani)
E la musica? Jazz leggero, raffinato, grazie anche ai musicisti che lo seguono e collaborano col lui: Marco Spiccio, Federico Bagnasco e Daviano Rotella.
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