Presentazione della Mostra
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Fabrizio De Andrè – La mostra
di Raffaella Saba

La prima tappa del Sud. Un grande successo per l’Isola e per la città che premia l’iniziativa privata e la scommessa coraggiosa di Andrea Peria Giaconia. Ma soprattutto una conquista per il cittadino che si riappropria, dopo un anno di chiusura, di uno spazio sospeso tra la terra e il mare. La mostra è ospitata nei locali dell’ex deposito Sant’Erasmo, costruito come stazione ferroviaria nel 1882 (era il periodo della costruzione della linea Palermo-Corleone), abbandonato negli anni Cinquanta, ristrutturato negli ultimi anni e utilizzato per eventi culturali di grande richiamo. Uno spazio, insomma, che appartiene alla città vecchia, alla bimba che canta la canzone antica della donnaccia, ai quattro pensionati mezzo avvelenati. Insomma a tutti i figli vittime di questo mondo: alla Palermo dei vicoli e quartieri popolari della Kalsa. E non solo.

 

La mostra è un percorso trasversale, un viaggio attraverso la vita pubblica e intima del cantautore, fatto di musica e parole. La narrazione si snoda per sale multimediali dedicate alla poetica la prima, dove degli schermi proiettano immagini di attualità accompagnate da canzoni, tre per ogni schermo, del repertorio di De Andrè; alla musica, la seconda, dove si trovano tavoli di legno sui quali, appoggiando una delle copertine dei suoi dischi posti su una sedia accanto, si ha modo di ascoltare interviste e testimonianze di chi ha lavorato con il cantautore, spezzoni dei concerti e frammenti di altre interviste; alla vita, la terza, dove il visitatore introduce su banchi ottici una lastra a sua scelta che attiva il racconto video che riguarda quella foto; le ultime due sale sono dedicate al cinema e ai tarocchi. Lo spazio più suggestivo è proprio quello dedicato ai tarocchi, dove una ricca scenografia ricrea l’ambientazione della sua ultima tournee: carte giganti appese al soffitto e un trittico video che proietta i personaggi delle canzoni, da Angiolina al Michè, da Bocca di Rosa a Andrea.

L’ambiente dedicato al pianoforte è la novità che caratterizza questa mostra rispetto alle precedenti: spazio dedicato allo studio, all’ispirazione e agli affetti (ci sono, infatti, foto che lo ritraggono ancora bambino).

«Una mostra giovane non fatta di feticci» precisa Dori Ghezzi, una mostra che non odora di muffa ma sta al passo con i tempi, perché così sarebbe piaciuto a Fabrizio De André. Un racconto audiovisivo che ricompone, attraverso le interviste rilasciate e i preziosi appunti presi in foglietti volanti, in libri, in agende e su quanto era possibile scrivere, il complesso pensiero del cantautore genovese.

Palermo, 24 giugno: Anteprima e Presentazione della Mostra
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