martedì, marzo 21, 2023
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“Io sono uno – Luigi Tenco 50 anni dopo”

8 agosto 2018 Non solo De Andrè

Informazioni sull'evento

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Data e Ora:
08/08/2018
21:00

Dove:
LAVATOIO DI MASSA LOMBARDA
Indirizzo:
non specificato
Città:
Massa Lombarda

Categoria:


Descrizione evento

“Io sono uno – Luigi Tenco 50 anni dopo”

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GIANLUIGI TARTAULL, voce e chitarra LUCA BOMBARDI, pianoforte ALESSANDRO SCALA, saxofono

Io sono uno che Luigi Tenco l’ha seguito, canzone dopo canzone. L’ha cantato insieme ai compagni, come spesso succedeva in quegli anni 60, così pieni di speranze per il “mondo di domani”. Tanti “No alla guerra” e tanti “Si” all’ amore. “Mettete dei fiori nei vostri cannoni” era sicuramente solo un titolo di canzone, ma comunque era un sentimento condiviso fra i più giovani. Soprattutto l’amore, che si sovrapponeva, nei primi innamoramenti adolescenziali, a quel bisogno di libertà, di uguaglianza e di indipendenza che motivava il nostro andare verso il futuro. Nelle canzoni di Luigi Tenco c’era tutto questo. Che fosse “Ragazzo mio”, “Cara maestra”, oppure “Io si”, ritrovavamo nelle sue parole la verità di un sentimento di ribellione verso la falsa morale di un mondo che aveva fatto due guerre mondiali e che il suo ordine lo voleva mantenere, anche con la violenza.
Questo progetto cerca di raccontare non solo il Tenco di “Mi sono innamorato di te”, che ci riporta agli sconvolgimenti emotivi e alla dolcezza dei primi innamoramenti, ma anche quello che critica comportamenti sociali, che riflette sulla potenza di persuasione dei giornali, che rinfaccia alla gente di potere la sua ipocrisia.
La sua ultima canzone, quella del Sanremo 1967, parlava di quelli che devono andare alla guerra, lasciando la casa, il paese e il proprio amore. Molti sarebbero tornati solo dentro una bara.
Ancora una volta il mondo dell’industria musicale è stato più forte e Luigi ha dovuto modificare il testo, troppo crudo per la sensibilità del pubblico del festival. Nonostante questo la canzone non è passata. E Tenco ci ha lasciato, in un modo ancora oggi oscuro e controverso.
A cinquant’anni dalla sua morte ci rimangono il bel volto, gli occhi penetranti, il modo di cantare suadente e malinconico e un repertorio di canzoni che non smettiamo mai di riscoprire. Soprattutto ci rimane l’enigma della morte, che ha cristallizzato Luigi Tenco in un tempo indefinito, che ci rende vivo il suo ricordo e che ci spinge a condividerlo con chi c’era, ma anche con chi è venuto molto dopo.
Gianluigi Tartaull


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