Grazie a Lea Melandri, per la cortesia e la gentilezza dimostrata nel consentirmi la pubblicazione della sua bella conversazione con Lisetta Carmi.
Lea Melandri, nata nel 1941 a Fusignano (Ravenna), intellettuale e saggista, redattrice della rivista “L’erba voglio” (1971-1975), direttrice della rivista “Lapis”, e’ impegnata nel movimento femminista e nella riflessione teorica delle donne. Ha preso parte attiva al movimento delle donne negli anni ’70 e di questa ricerca sulla problematica dei sessi, che continua fino ad oggi, sono testimonianza numerose pubblicazioni.
Ha tenuto rubriche di posta su diversi giornali: ‘Ragazza In’, ‘Noi donne’, ‘Extra Manifesto’, ‘L’Unita”. Collaboratrice della rivista ‘Carnet’ e di altre testate, ha diretto, dal 1987 al 1997, la rivista ‘Lapis. Percorsi della riflessione femminile’, di cui ha curato, insieme ad altre, l’antologia Lapis.
Collabora all‘Universita’ delle donne sul cui sito cura le rubriche ‘Pensiamoci’ e ‘Femminismi'”.
Grazie a Gianni Ansaldi per la disponibilità e per le belle foto in bianco e nero di Lisetta Carmi che vedete nell’ articolo.
Gianni Ansaldi (Genova 1959), attore, fotografo, artista. Studia alla scuola di recitazione del Teatro Stabile di Genova, con insegnanti Marco Sciaccaluga, Egisto Marcucci e GianMaria Volonté. Nel 1980 è nel Processo della Scrofa di Henry Deblue con la regia di Gino Zampieri e nell’Opera assediata di Boris Stetka; ancora nel 1980 è tra i protagonisti di Happy End di Brecht, insieme ad Anna Nogara e Paolo Rossi, per la regia di Virginio Puecher. Nel 1981 è al Gerolamo di Milano nell’Adalgisa di Gadda, in un adattamento e per la regia di Umberto Simonetta, autore che ne apprezza il talento e che lo dirige anche in Alcune domande di matrimonio. Parallelamente all’attività teatrale, le attitudini comiche lo portano in breve dal cabaret alla televisione (Popcorn su Canale 5) e al successo cinematografico con Sapore di mare (1983) dei fratelli Vanzina. Lasciate le scene per un’altra professione nell’anno dei maggiori consensi, ha continuato comunque a recitare tornando al cinema nel 1992 con Portagli i miei saluti di Gianna Garbelli, presentato al festival di Venezia. Attore dall’ironia profonda ma non derisoria, è stato tra i primi a proporre una rivisitazione intellettuale dei luoghi comuni comici, interpretando un ruolo difficilmente sostenibile nel tramestio del cabaret nazionale. Artista e fotografo ha recentemente pubblicato il volume “Facce così”.
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